Mancano soltanto sette giorni all’inizio del Tour de France 2022. La Grande Boucle, e la lotta tutta slovena tra Tadej Pogacar e Primoz Roglic, prenderà il via la prossima settimana da Copenaghen con una cronometro di 13,2 chilometri nella capitale danese. E immaginiamo che in questa edizione le prove contro il tempo conteranno molto, sicuramente di più rispetto al Giro d’Italia.
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Non per niente, si comincia subito con una tappa dedicata agli specialisti delle crono, con il due volte campione del mondo Filippo Ganna che l’ha puntata dal suo svelamento per vestire
la maglia gialla. 13200 metri completamente pianeggianti che potranno già mettere una certa distanza fra chi combatterà per la classifica, costringendo chi rimarrà indietro a dover attaccare ad ogni occasione.
Come si apre, così si chiude. O quasi: dopo le tante battaglie in montagna, ci sarà la Lacapelle-Marival-Rocamadour a stravolgere la classifica. 40,7 chilometri pieni di leggeri saliscendi; a far più paura però, più che il percorso, è la lunghezza della prova, con gli specialisti che, chilometro dopo chilometro, tenderanno sempre a guadagnare qualcosa su chi ha meno capacità in questo fondamentale. Ma alla fine di un Grand Tour spesso contano più le energie residue che le vere skills di un ciclista.
Per come è strutturato questo Tour de France, le due cronometro faranno molta più differenza rispetto a quelle del Giro. Proprio per le loro conformazioni: a Copenaghen il terreno completamente pianeggiante permetterà un certo distacco tra coloro che vanno a caccia di un posto al sole, mentre la penultima frazione può provocare margine proprio per la lunghezza, come nei Grand Tour negli anni’90. Costringendo i grandi scalatori ad attaccare, da Copenaghen a Lacapelle-Marival.
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