Nuovo appuntamento di Bike2u, il programma a cura di Sport2U, in collaborazione con OA Sport, dedicato al mondo della velocità sulle due ruote. Ospite di Gian Luca Giardini, Simone Velasco il corridore che debutterà al Tour de France con la maglia dell’Astana.
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“Sicuramente abbiamo fatto un bel blocco di lavoro con la squadra che doveva prendere parte al Tour, poi siamo scesi e abbiamo fatto un po’ di ritmo al Delfinato e ora ancora qualche giorno di recupero e poi siamo pronti per il grande evento. Le mie emozioni? – commenta Simone – Sono grandi. Questa sarà la mia prima partecipazione al Tour, il livello è alto e questo è motivo di grande motivazione ed orgoglio. Ho già assaggiato il ritmo del Tour al Delfinato – continua – e bisogna farsi trovar pronti, e io direi che ci siamo, son pronto a dare battaglia e aiutare i capitani a raggiungere il loro obiettivo“.
Il metro della qualità al Tour è elevatissima: UAE e Jumbo-Visma sono davvero le due squadre da battere? “Sì– risponde Simone – a livello di forza complessiva penso Jumbo sia a un livello superiore, a livello di squadra la vedo ancora al vertice. Sarà una bella battaglia, i due favoriti sono Roglic e Pogacar. Il primo è molto più forte e sicuro, al Delfinato non era ancora al massimo della forma, è stato un buon gregario, ma al Tour sarà in grande spolvero“. “Al Tour dobbiamo avere rispetto per tutti e paura di nessuno – continua – la nostra è una squadra ben assortita, cercheremo di fare il massimo e sono certo potremo dire la nostra“.
Il Tour inizierà con una cronometro a Copenaghen, ecco come Simone affronterà questa prima sfida: “Al momento non ci ho ancora pensato, ma non essendo una crono lunga, non è così stancante per le prestazioni successive. Può essere un buon test per i giorni successivi. A me la cronometro piace, da juniores era tutta un’altra storia, anche se potevi spingere a 60 all’ora era diverso, ora mi difendo, ho fatto una buona crono anche alla Tirreno lasciando sorpreso qualcuno“.
Simone ci regala anche una riflessione per comprendere meglio cos’è cambiato in gruppo con l’avvento dei baby fenomeni e la conferma di altrettanti fuoriclasse: “Le tappe dure ci sono sempre state, non vedo perchè ora debbano esserci polemiche laddove manchino risultati. L’unica polemica possibile è che all’estero rispetto all’Italia i giovani vengono ‘sfruttati’ subito. Noi siamo più conservativi. Tutti si allenano al massimo, i preparatori guardano tutto. La selezione è esclusivamente naturale, non tanto di allenamento. E’ nel livello fisico che si vede la differenza”.
A cura della redazione di Inbici Magazine e OA Sport partner– Copyright© InBici Magazine ©Riproduzione Riservata