Jasper Philipsen ieri ha mancato la quinta vittoria in questo Tour de France non riuscendo insieme al resto del gruppo a rimontare sui quattro fuggitivi di giornata. La vittoria è andata a Kasper Asgreen ma il belga avrà una (due?) ulteriore possibilità di raggiungere quota 5, cosa accaduta solo a Cavendish e Kittel (e ad Armstrong, prima della squalifica) nel nuovo millennio. Philipsen si è però reso protagonista anche di un episodio controverso.
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Ad 80 km dal traguardo ha infatti seguito un attacco di Pascal Eenkhoorn, provando poi a chiuderlo a bordo strada. Il belga ha poi anche urlato qualcosa al corridore della Lotto Dstny, intimandogli di non provare a raggiungere gli altri corridori in fuga. Inevitabilmente questo ha creato non poche polemiche in gruppo, specialmente perchè la giuria ha deciso di non sanzionare questa azione.
Al media neerlandese Wielerflits, Philipsen ha però raccontato la sua visione dei fatti: “Non ho usato i gomiti o altro. Ho solo accelerato e mi sono messo davanti a lui, quindi non credo di aver fatto davvero una manovra sbagliata o di aver fatto qualcosa di inappropriato. Penso di voler solo chiarire che volevamo fare uno sprint e che stavamo bene con quei tre davanti”.
Una spiegazione che non sta molto in piedi, solitamente in gruppo non si blocca fisicamente un corridore che non si vuole far andare in fuga: “Questo è il Tour, il livello più alto. Cerchiamo tutti di massimizzare le nostre possibilità. Loro andando in fuga, noi invece cercando di portare tutti in volata”.
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