Domenica 23 giugno Alberto Bettiol è diventato per la prima volta Campione Italiano su strada. Lo ha fatto sulle strade di casa davanti alla sua famiglia e agli amici, il tutto a pochi giorni dal via del Tour de France che partirà proprio da Firenze il prossimo 29 giugno. Lo abbiamo raggiunto telefonicamente qualche giorno dopo la rassegna tricolore e a poche ore della sua partenza per il Tour, quando l’incredulità ha cominciato a far spazio alla consapevolezza dell’impresa compiuta: “Domenica è stata la giornata perfetta, era un obiettivo e davanti a tutti i miei amici, la mia famiglia e un sacco di tifosi lungo il percorso è stato qualcosa di magnifico. E’ stato un giorno che porterò per sempre nel cuore“.
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Hai realizzato un sogno: come ci si sveglia i giorni dopo?
“Al momento non è ancora cambiato nulla, ma per poco, fino a quando non indosserò la maglia tricolore”.
Ti aspettavi di andare così forte e quindi di avere questa condizione dopo il ritiro allo Svizzera a causa di una caduta?
“Non credevo di andare così forte. Dopo la caduta allo Svizzera ho avuto vari problemi tra cui un’infezione al braccio e ho dovuto prendere gli antibiotici, inoltre in Toscana era arrivato il grande caldo e quindi le ferite faticavano a rimarginarsi tanto da non riuscire a fare i massaggi per una settimana. Il Campionato italiano è una delle corse più difficili da interpretare, ero da solo e il gruppo era piccolo. Il circuito è stato abbastanza selettivo e Lidl-Trek e Astana hanno fatto la corsa. C’è stato un momento, a tre giri dall’arrivo, che pensavo di aver perso la corsa perché c’era una fuga con alcuni corridori – tra cui Rota e Zambanini – e dietro in gruppo non si trovava un accordo ma c’erano continui scatti. Siamo però riusciti ad arrivare all’imbocco della salita con 30” di ritardo nei confronti della fuga e lì ho preso la salita da solo con un ritmo veloce e sono riuscito a rientrare sul gruppetto dei fuggitivi. E’ stato poi l’ultimo giro del circuito quello decisivo”.
La prima chiamata invece a chi l’hai fatta?
“Il telefono l’ho preso tardi, non ricordo bene ma credo di aver chiamato Gabriele Balducci per sapere come stesse visto il suo cuore ballerino (ci racconta con un velo d’ironia, ndr). So che è stato tutto il giorno in macchina, la notte prima a ridosso dall’appuntamento tricolore ha fatto fatica a prendere sonno, ma quando l’ho chiamato mi ha detto che era a festeggiare con il mio massaggiatore e alcuni nostri amici. Ho voluto quindi sincerarmi che stesse bene, anche se mi hanno raccontato che durante l’ultimo giro della corsa l’hanno visto parecchio in tensione”.
Un tricolore partito da Firenze per poi concludersi a 200 metri dalla casa dello storico c.t azzurro Alfredo Martini. Quante volte ci hai pensato?
“Ci ho pensato spesso. Già quando io e Gabriele siamo andati a vedere il circuito per provarlo in vista dei Campionati, ci siamo fermati davanti a casa sua. Martini l’ho vissuto durante i suoi ultimi anni, ho avuto l’onore di andare a casa sua e insieme a lui ho guardato la Freccia Vallone del 2011. Alfredo è un pilastro del nostro movimento, conosco bene la sua famiglia e durante la corsa ho avuto modo di pensare sia a lui che a Franco Vita (lo storico autista del c.t Martini, ndr) quando insieme venivano in ritiro a Mastromarco”.
Tra pochi giorni sarai al via del Tour che scatterà, per la prima volta nella storia, dall’Italia. Da Firenze precisamente, nella tua terra, e tu ci andrei vestito tricolore. Che cosa significa per te?
“E’ qualcosa che va oltre l’immaginazione, è un sogno. Significa tanto, vuol dire che sono arrivato ad un livello molto alto della mia carriera e all’evento di Cannondale di martedì ho avuto modo di rivivere tutti questi anni in bici”.
Al Tour con quali ambizioni?
“Tutti pensano al primo giorno e quindi alla prima Maglia Gialla che sarebbe sicuramente qualcosa di davvero unico. Le prime tappe dei Grandi Giri, soprattutto al Tour, sono molto nervose e quindi sarà importante stare fuori dai pericoli. Spero di poter cogliere la mia occasione al Tour e quindi riuscire a vincere una tappa dopo quella di Stradella al Giro 2021. E farlo con la maglia di Campione Italiano è un grande sogno”.
Poi ci saranno i Giochi Olimpici di Parigi dove tu, ancora in tempi non sospetti, sei stato scelto dal c.t Bennati come il capitano nella prova su strada del 3 agosto…
“L’Olimpiade è una conseguenza, al momento sono concentrato sul Tour de France, ma subito dopo partirò per Parigi dove correrò sia la cronometro che la prova su strada la settimana dopo. I Giochi sono ancora lontani, prima ci sono tre settimane di Tour da affrontare”.
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Urbino: La Città Rinascimentale Ideale per i CicloturistiA cura della redazione di Inbici News24 e OA Sport
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