Siamo già oltre la metà dell’intera Grande Boucle femminile e questa seconda edizione nel nuovo format ci sta riservando numerose ed interessanti sorprese. Innanzitutto molte delle principali protagoniste hanno sì qualche anno di esperienza maturata tra le Elite, ma sono comunque piuttosto giovani.
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Parliamo soprattutto di Yara Kastelijn e Ricarda Bauernfeind, vincitrici delle ultime due tappe: la neerlandese oggi ad Albi si è ripresa la Maglia a Pois ma non aveva mai vinto prima di ieri su strada tra le professioniste, nonostante sia già una affermata campionessa a livello internazionale nel Ciclocross da diverse stagioni. Molto legata alla sua famiglia, Yara dopo il traguardo si è stretta in un commovente abbraccio con i suoi genitori, increduli della prestazione offerta dalla loro figlia. Una vittoria assolutamente meritata pensando che arrivava da ben 185 chilometri complessivi in bicicletta, inclusi gli otto che portavano dalla partenza ufficiosa a quella reale. E Yara è tornata in classifica, regalando la vittoria di tappa alla Fenix (sponsor italiano) – Deceuninck, sfuggita ventiquattro ore prima alla compagna di squadra Julie Van de Velde, ripresa dal gruppo a duecento metri dal traguardo di Montignac-Lascaux mentre si trovava in fuga solitaria.
Oggi invece si è svolto un altro, storico capitolo, in cui la protagonista è stata una ragazza ancora più giovane di Yara Kastelijn, venticinquenne: parliamo infatti di Ricarda Bauernfeind, tedesca di Ingolstadt, città della Baviera in cui ha sede la nota casa automobilistica Audi. Ragazza di ventitré anni, è portacolori della Canyon-SRAM, il cui DS è lo svedese Magnus Bäckstedt, che da corridore ha vinto una Parigi-Roubaix ed è padre di Elynor e Zoe, che militano rispettivamente nella Lidl-Trek e nella EF Education – Tibco – SVB.
Ricarda ha affrontato da sola gli ultimi quaranta chilometri della tappa di oggi, portandosi in pochissimo tempo ad avere un vantaggio vicino ai due minuti. Se poi c’è stato un sussulto quando Marlen Reusser ha pilotato il gruppetto della Maglia Gialla al suo inseguimento recuperando terreno, la giovane teutonica non si è persa mai d’animo e sempre guardando avanti è arrivata al punto di gestire i trenta secondi di vantaggio che le restavano per vincere. La sua unica vittoria in carriera prima di oggi risaliva ad una piccola corsa disputata in Slovacchia un anno fa, la Visegrad 4 Ladies Race. Ma con la vittoria di tappa al Tour, che l’ha anche riportata nella Top 10 assoluta, il curriculum personale si arricchisce e diventa molto prestigioso.
Capitolo a parte per Demi Vollering: vittima di una foratura a metà tappa, la capitana della SD Worx è stata multata di 100 franchi svizzeri e penalizzata di venti secondi in Classifica Generale, dieci punti in quella della Maglia Verde e due nel ranking dei GPM, a causa di scia prolungata con la propria vettura ammiraglia. Questa sanzione (presa forse ingenuamente) le costa una perdita di cinque posizioni nella graduatoria assoluta e ha da recuperare una dozzina di secondi nei confronti di Longo Borghini, Niewiadoma e Van Vleuten, ma soprattutto 1’03” su Lotte Kopecky, compagna di squadra e leader del Tour fin dal primo giorno. Domani c’è a disposizione una tappa per “rifiatare”, dove torneranno protagoniste le velociste, prima che insieme alle favorite per la Maglia Gialla si dia battaglia sui Pirenei e nella cronometro conclusiva a Pau.
A cura di Andrea Giorgini Copyright© InBici Magazine ©Riproduzione Riservata