Esistono ancora le tappe di trasferimento? Dopo la giornata per certi versi magica di lunedì, è una domanda che ci dobbiamo porre alla vigilia dell’undicesima tappa del Tour de France 2019. I primi 10 giorni di corsa sono stati un susseguirsi di emozioni, in totale contraddizione con il passato della Grande Boucle, e non ci sentiamo nemmeno di annunciare la frazione di oggi come destinata a concludersi con la classica volata di gruppo.
Training Camp Spagna Costa Blanca
2 date disponibili: dal 18 al 25 Gennaio e dal 15 al 22 Febbraio
Un'esperienza imperdibile per gli appassionati di ciclismo
Scopri di più
Il percorso, in sé, non è assolutamente impegnativo. Partenza agevole per i 167 chilometri da Albi a Toulouse: il primo dei due Gpm di giornata è posizionato al chilometro 32, con 3600 metri da scalare al 5% verso la Côte de Tonnac (terza categoria). A seguire, un breve tratto mosso che però non dovrebbe aggiungere nulla corsa prima del secondo e ultimo gran premio della montagna: la Côte de Montmiral è un quarta categoria da 2,5 chilometri al 4%, una vera e propria inezia per il gruppo al chilometro 77. Esattamente 10 chilometri dopo anche lo sprint intermedio a Gaillac, che introduce la fase conclusiva della corsa. Sostanzialmente pianura, il classico e leggero saliscendi francese che però non dovrebbe creare danni. Attenzione agli ultimi 35 chilometri: secondo le previsioni ci potrebbe essere del vento laterale, ma dopo la giornata di lunedì ci aspettiamo che tutte le squadre siano pronte e fronteggiare eventuali ventagli, comunque difficili da aprire a causa dell’intensità moderata del vento previsto. Nel finale non sono previste curve impegnative e negli ultimi chilometri i treni dovrebbero avere lo spazio necessario per lanciare i propri velocisti.
Sarà la giornata di Dylan Groenewegen? La Jumbo-Visma viene dalla vittoria di Van Aert, ma il velocista principe della squadra è fermo ad una sola vittoria (mentre il team ha già fatto poker). Per l’olandese, sembra il momento giusto per tornare a timbrare il cartellino, nonostante una concorrenza agguerrita. A partire, come sempre, da Elia Viviani e la Deceuninck-QuickStep. Il veronese ha mancato il successo nell’ultimo tappa solo al photofinish, ma ha le gambe e la squadra per tornare a vincere. Per il resto, i nomi restano quelli: Caleb Ewan e Peter Sagan a ruota, con tanti potenziali outsider a partire dagli azzurri Sonny Colbrelli e Giacomo Nizzolo.
a cura di Gianluca Santo per iNBiCi magazine