Come spesso succede nelle tappe di montagna, una vittoria per due. Antwan Tolhoek si è imposto nella sesta tappa del Giro di Svizzera 2019 (da Einsiedeln a Flumserberg, 120 chilometri), mentre Egan Bernal ha fatto il diavolo a quattro nel finale (8 chilometri oltre il 9% di pendenza) conquistando la maglia di leader e candidandosi al ruolo di favorito per la corsa elvetica e, perché no, per il Tour de France.
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Fuga numerosa per un traguardo invitante. Nei primi chilometri di gara si sono avvantaggiati Oss (BORA – hansgrohe), Lindeman, Tolhoek (Jumbo-Visma), Costa, Kristoff (UAE Team Emirates), Luis Mas (Movistar), Stannard, Trentin (Mitchelton-Scott), Arndt (Sunweb), Geniets (Groupama-FDJ), Mohoric (Bahrain-Merida), Stuyven (Trek-Segafredo), Bidard, Paret-Peintre (AG2R), Scully (EF Education First), Dewulf, Van der Sande (Lotto Soudal), Bevin (CCC), Haas (Katusha-Alpecin), King (Dimension Data), Ligthart (Total Direct Energie), Joyce (Rally UHC Cycling), Friescke, Imhof, Pellaud (Svizzera). Nonostante qualche scatto nel corso della gara, questi corridori si sono presentati praticamente compatti sotto l’ultima ascesa di giornata, con il gruppo principale (che non li ha mai fatti scappare) che ha limitato il distacco a due soli minuti.
Sin dalle prime rampe di salita Antwan Tolhoek ha accelerato ed è stato seguito solamente da Lluis Mas e Patrick Bevin, staccando i compagni di fuga che erano arrivati con loro ai piedi dell’ascesa finale. Il gruppo, inizialmente, è rimasto abbastanza passivo, limando il distacco ma senza avvicinarsi in maniera pericolosa agli attaccanti della prima ora.
Ai 3 chilometri e mezzo dal traguardo, Tolhoek ha accelerato nuovamente (mentre Rui Costa e Bidard erano rientrati sul gruppetto di testa) e questa volta si è involato in maniera definitiva al comando della corsa in piena solitudine, con poco più di un minuto di margine sul gruppo dei migliori tirato dai corridori del Team INEOS in favore di Egan Bernal.
Ai meno due Elissonde ha prodotto il massimo sforzo per il proprio capitano, selezionando il gruppetto dei migliori e favorendo l’attacco del giovane colombiano: una volta partito, Bernal ha demolito la resistenza di tutti gli avversari e con una pedalata possente ha superato a doppia velocità il gruppetto a bagnomaria per provare a lanciarsi anche su Tolhoek. Dopo la prima fiammata, però, non è riuscito a dare un seguito alla sua azione e l’olandese è rimasto un obiettivo imprendibile.
Tolhoek, dunque, ha potuto festeggiare il primo successo della carriera a braccia alzate davanti ad un folto pubblico, con Bernal che ha tagliato il traguardo in seconda posizione con un ritardo di 17’’. Terzo François Bidard (AG2R), che è riuscito a limitare i danni da Bernal dopo essere stato ripreso, seguito da Jan Hirt (Astana) e Domenico Pozzovivo (Bahrain-Merida) a 29 e 31 secondi da Tolhoek, mentre corridori come Patrick Konrad (BORA – hansgrohe) ed Enric Mas (Deceuninck – QuickStep) hanno pagato un distacco più importante. A 46’’, proprio con Konrad, anche Rohan Dennis (Bahrain-Merida) e Marc Soler (Movistar), nomi sulla carta interessanti in ottica classifica. Da segnalare anche la buona prestazione di Fabio Aru (UAE Team Emirates) che ha chiuso a poco più di un minuto dal vincitore di giornata.
Grazie al secondo posto odierno, Bernal si è issato anche al comando della classifica generale, sfilando la maglia di leader dalle spalle di Peter Sagan, che nella giornata odierna non si è potuto difendere date le caratteristiche del percorso. In particolare, però, ha impressionato la violenza dello scatto di Bernal, che si avvicina al Tour de France dimostrando di potersi giocare le proprie carte da capitano all’interno del Team INEOS orfano di Chris Froome.
A cura di Gianluca Santo per InBici Magazine