Il primo arrivo in salita del Tour of Oman è di Finn Fisher-Black. Il neozelandese della UAE Team Emirates si impone nella seconda frazione, la Al Sifah-Qurayyat di 170,4 chilometri, riuscendo a staccare negli ultimi metri il gruppo principale, rifilando due secondi a Luke Lamperti (Soudal-QuickStep) ed al compagno di squadra Diego Ulissi, diventando anche il terzo vincitore più giovane di una tappa della corsa. Con questo successo Fisher-Black sale anche in testa alla generale scalzando Caleb Ewan (JayCo-AlUla).
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La giornata viene caratterizzata da una fuga a tre. C’è di nuovo Oscar Pelegrì (Burgos-BH) a rendersi protagonista, con lui il giapponese Nariyuki Matsuda (JCL Team UKYO) e dal nativo della Mongolia Tegsh-bayar Batsaikhan della Roojal Insurance. Lo spagnolo prova il colpaccio, essendo inserito anche in classifica generale.
Il gruppo lascia fare per un po’, lasciando quasi sei minuti di margine al terzetto di testa, sapendo di poterli riprendere più avanti, vista la natura mossa del percorso. Ed infatti il plotone accelera progressivamente, provando anche a tagliare corto a causa della pioggia: la fuga resiste fino ai piedi dell’ultima salita.
Fatta in pratica a due scalini, con pendenze tra il 9 e l’11% attorno ai -2, per poi spianare e diventare aggressiva dai -1 ai 600 metri, con pendenze tra il 10 ed il 14%, e tornare nuovamente piatta. Si pensa che l’UAE lavori per Adam Yates, ma alla fine è Fisher-Black a concretizzare il forcing dei compagni con la terza vittoria in carriera.
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