E’ giunta ieri sera la notizia della cancellazione della Vuelta Valenciana. La corsa a tappe spagnola avrebbe dovuto segnare l’esordio stagionale di corridori del calibro di Vincenzo Nibali, Egan Bernal, Tao Geoghegan Hart e Filippo Ganna. Le restrizioni dettate dall’emergenza Covid-19 hanno però portato gli organizzatori a rinviare la manifestazione.
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La decisione del comitato organizzatore spagnolo ha preso alla sprovvista le squadre, che fino al mattino erano convinte di poter gareggiare. “La cancellazione di una competizione così sotto data è anche un danno economico di diverse migliaia di euro a team, tra prenotazioni, disdette, mezzi lasciati in zona“, ha affermato il team manager della Trek Segafredo, Luca Guercilena, alla Gazzetta dello Sport.
Non è un mistero che in questo momento le squadre stiano vivendo un periodo difficile. Il ciclismo si ritrova nell’impossibilità di rispettare i programmi in quanto, da un momento all’altro, le corse possono saltare. I corridori vivono nella “bolla”, ma organizzare una manifestazione ciclistica è un richiamo per le persone. Come è possibile organizzare un evento ciclistico completamente a porte chiuse?
Esistono poi le decisioni dei governi locali. Guardando al calendario, le prossime manifestazioni dovrebbero essere l’Etoile de Besseges e il Gp Marsigliese in Francia. Ma si potranno davvero disputare queste due corse? Difficile rispondere, visto che sulla nazione transalpina incombe la possibilità di un nuovo lockdown, che fermerebbe i comitati organizzatori.
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