Il GS Alpi è stato uno dei pochi gruppi sportivi che è riuscito ad organizzare una manifestazione di ciclismo amatoriale in questo 2020. La Granfondo Laigueglia Lapierre, manifestazione che segna l’apertura ufficiale del calendario internazionale delle granfondo, alla fine è stata anche l’ultima manifestazione prima del lockdown.
“Se mi guardo indietro, col senno di poi, dico che organizzarla con la pandemia che stava scoppiando è stato da incoscienti – spiega Vittorio Mevio, presidente del comitato organizzatore – anche se in quei giorni l’abbiamo vissuta molto tranquillamente. Erano già scoppiati degli allarmi, ma da parte nostra avevamo l’ok dei sindaci per organizzare la corsa. Il giorno precedente la partenza ho ricevuto all’ora di pranzo una telefonata dal sindaco di Laigueglia, che mi ha detto: “al momento nulla vieta di fare la manifestazione”. E così siamo andati avanti, ma quando siamo tornati a casa, con la chiusura di tutte le attività sportive, io e i miei familiari ci siamo guardati in faccia e abbiamo detto: ma guarda cosa siamo andati a rischiare”.
Rivivere quelle giornate non è facile, soprattutto perché uno degli hotel vicino alla partenza della Granfondo Laigueglia Lapierre “è stato chiuso il giorno seguente in quanto vi erano all’interno diverse persone positive al Coronavirus – spiega Mevio – infatti poi dal giorno dopo c’è stato l’annullamento di tutte le manifestazioni. Più mi guardo indietro e più penso che abbiamo rischiato davvero grosso”.
Il GS Alpi ha poi deciso di rinviare la Granfondo Internazionale Torino a Luglio e la Granfondo Gavia e Mortirolo – Damiano Cunego rispettivamente a luglio e a settembre, ma l’emergenza sanitaria e la grande incertezza di tutti non hanno permesso alle due manifestazioni il regolare svolgimento, con il rinvio al 2021. “Per adesso abbiamo in programma solo la Granfondo di Alassio, che è in programma per il 18 ottobre. Mi auguro davvero che per quella data la situazione generale possa essere migliorata ulteriormente”.
In effetti, adesso ci sono dei regolamenti che permetterebbero ai comitati organizzatori di far svolgere delle manifestazioni amatoriali: “Leggendo tutte le prescrizioni mi passa la voglia di organizzare – spiega Mevio -, ma la stessa cosa la dicevano tutti, anche chi gestiva gli stabilimenti balneari, ad esempio. Però credo che bisogna semplicemente abituarsi a convivere con questa emergenza sanitaria: una volta che avremo fatto l’abitudine, non ci saranno problemi. Io, ad esempio, ho già ordinato i termoscanner per la rilevazione della temperatura corporea di chi entra in griglia”.
Di certo, almeno in linea teorica, le granfondo dovrebbero avere un’atmosfera molto diversa da quella conviviale a cui siamo generalmente abituati: “Nelle tante riunioni che sono state fatte abbiamo discusso a lungo, ad esempio, del villaggio expo, che è una delle cose più particolari di una granfondo. E mi domando: si possono fare i mercati rionali e non si può fare un villaggio? L’importante è sempre mantenere la distanza di sicurezza. Poi, c’è una cosa sulla quale mi batterò sempre: non darò mai l’acqua nelle bottigliette di plastica ai ristori, perché purtroppo molti ciclisti le buttano a terra. Per me è stata una battaglia, questa alle bottiglie di plastica, che ho portato avanti per anni: preferisco servire l’acqua nei bicchieri, così il ciclista è costretto a fermarsi e a buttare via il bicchiere nei bidoni”.