In un’intervista rilasciata al quotidiano L’Arena, Elia Viviani dice categoricamente no alla possibilità che possa svolgersi un’edizione del Tour de France a porte chiuse.
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“Alla Parigi-Nizza capivi che c’era qualcosa di surreale. La gara, vista dall’interno del gruppo, si poteva anche considerare normale, anche spettacolare per quello che si è visto in televisione, ma alla partenza e all’arrivo ti rendevi conto che c’era qualcosa che non andava. Era una soluzione per tirare avanti, un modo per concludere la gara. Non può essere un punto di ripartenza“.
Secondo il campione europeo della Cofidis, il Tour de France si potrà disputare solo se i contagi da Coronavirus saranno definitivamente azzerati. “Il ciclismo è uno sport mondiale e sappiamo tutti che si ripartirà solo quando avremo zero casi. Se alla data del Tour non ci saranno più casi in giro, si potrà partire e lo si potrà fare con corridori, staff e pubblico. In caso contrario, non vedo possibile una soluzione a porte chiuse, visto che, comunque, i 200 corridori che partono costituiscono un gruppo di persone. Se non è controllabile il pubblico, non è controllabile nemmeno il gruppo”.