Quando sono state completate nove delle ventuno tappe previste, è tempo per aggiornare il borsino dei favoriti per la vittoria finale della Vuelta a Espana 2022.
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La prima settimana intera di gare, con i primi arrivi in salita, ci ha fornito delle indicazioni precise ed inequivocabili in materia. Remco Evenepoel per ora è stato inattaccabile in salita, guadagnando sui suoi rivali in ognuna delle tre occasioni in cui la strada si è fatta veramente dura.
Il giovane belga ha preso la Maglia Rossa sul Pico Jano e da allora ha solo aumentato il suo vantaggio. Senza mai strappare, senza mai forzare il 22enne della QuickStep ha mostrato una freddezza, un carattere e soprattutto delle gambe che finora non avevamo visto. La cronometro di 30,9 km con cui si riprenderà martedì dopo il giorno di riposo potrebbe aumentare ancora il suo vantaggio. La strada è lunga e la salita è ancora tanta, ma per ora il più forte è stato lui.
L’unico che è riuscito a tenere le ruote del belga in due occasioni è stato Enric Mas. Mai come quest’anno, nonostante i due secondi posti già in bacheca, lo spagnolo sembra avere la condizione per giocarsi la vittoria fino in fondo. A differenza di Evenepoel la cronometro gli porrà più di un grattacapo, ma certamente la sua tenuta su tre settimane è ben più rodata rispetto a quella del suo avversario.
Ieri è stato il più in difficoltà tra i “big” ma sarebbe prematuro escludere Primoz Roglic dalla discussione per il successo. La condizione non è evidentemente quella degli scorsi anni, ma se lo sloveno dovesse riuscire a cambiare marcia, potrebbe rimontare senza grossi patemi.
Se a inizio Vuelta i nomi di Juan Ayuso e Carlos Rodriguez venivano proposti solo tra gli outsider, oggi è impossibile non inserirli almeno nella lotta per il podio. I due giovani iberici stanno mettendo in mostra tutto il talento di cui dispongono, attaccando, inseguendo e mostrandosi anche “capaci di soffrire” quando necessario. Anche per loro la tenuta sulle tre settimane è la grande incognita, essendo al primo Grande Giro in carriera, ma c’è da scommettere sulla loro voglia di dare battaglia fino alla fine.
Per motivi di cronometro e di impressioni sembrano invece ormai tagliati fuori dalla lotta per il podio e per il successo tutti gli altri. Simon Yates ha “solo” 3’08” di ritardo, ma ha perso tempo su ogni salita, Joao Almeida ha lasciato lo scettro da capitano della UAE ad Ayuso, così come accaduto a Pavel Sivakov e Tao Gheoghegan Hart con Rodriguez. Lontani Miguel Angel Lopez e Jai Hindley.
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