Da ieri Remco Evenepoel ha iscritto il suo nome nell’elenco di quelli in grado di vincere un Grande Giro. Sul traguardo di Madrid è stata ufficializzata la sua vittoria alla 77a edizione della Vuelta a España, diventando così il primo belga a trionfare in una corsa di tre settimane dal lontanissimo 1978.
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A soli 22 anni Evenepoel aggiunge quindi la “Corsa Rossa” ad un palmares che è già eccezionale, in cui figura anche la Liegi-Bastogne-Liegi vinta lo scorso 24 aprile. Un successo che mette definitivamente la parola “fine” al dibattito sulla natura del suo talento, che silenzia definitivamente tutti quelli che ritenevano che mai avrebbe potuto puntare a fare classifica in una corsa così importante.
La classifica finale parla di un vantaggio di 2’02” sul secondo in classifica Enric Mas. Un distacco importante, che racconta bene della sua superiorità rispetto agli avversari. Certo, rimane il dubbio su come avrebbe potuto svilupparsi la terza settimana senza il ritiro di Primoz Roglic ma da sempre per vincere una gara conta più di tutto rimanere in piedi ed arrivare al traguardo, lasciando come al solito i “se” e i “ma” a chi non vuole vedere la realtà dei fatti.
Le basi per il suo successo Evenepoel ha iniziato a porle sul primo durissimo arrivo in salita, l’Ascension al Pico Jano su cui il solo Mas era riuscito a tenere le sue ruote, prendendo 40” di vantaggio sul giovane Juan Ayuso e 1’22” sul sopracitato sloveno. Già lì si era capito che il belga stavolta faceva sul serio e che chiunque avrebbe dovuto fare i conti con lui per la generale.
Il capolavoro poi il giovane belga l’ha fatto in quella che è a tutti gli effetti la sua grande specialità: la cronometro. Nei 31 km da Elche ad Alicante Evenepoel è stato semplicemente di un altro pianeta, dando distacchi abissali a tutti i rivali ed allontanandosi decisamente in classifica.
L’unico momento di difficoltà il capitano della QuickStep l’ha avuto sui due arrivi in altura, partendo da quello sulla Sierra de la Pandera che avrebbe potuto far vacillare le certezze di qualsiasi altro atleta, specie se di così giovane età. Ma Evenepoel non è un atleta qualsiasi e già dal giorno successivo ha cominciato la sua strenua resistenza verso la gloria.
Il sigillo conclusivo l’ha messo in cima all’Alto de Piornal, dove per la prima volta ha messo le ruote davanti a tutti in una tappa in linea. In quel momento è stato chiaro a tutti che la Vuelta avesse trovato definitivamente il suo padrone e che nessuno avrebbe potuto insidiarlo.
Remco Evenepoel è speciale. Questo ormai è chiaro anche al più critico dei detrattori. Nei prossimi anni vedremo se sarà in grado di giocarsi i Grandi Giri con altri campioni come Tadej Pogacar o Jonas Vingegaard, nonostante sia completamente diverso da loro. Quel che è certo è che nessuno potrà mai togliergli il capolavoro completato in queste tre settimane alla Vuelta a España 2022.
A cura della redazione di Inbici Magazine e OA Sport partner– Copyright© InBici Magazine ©Riproduzione Riservata