Una Vuelta a España 2023 a forte tinte giallonere, quella che si è vissuta fino ad ora. Sepp Kuss, Jonas Vingegaard e Primoz Roglic si stanno giocando la maglia roja con il podio praticamente prenotato, facendo dimenticare i primissimi giorni in cui anche il tricolore ha fatto capolino con le maglie di leader di Lorenzo Milesi ed Andrea Piccolo. Dopo quelle fugaci apparizioni, è rimasto ben poca Italia a spiccare. E a provarci, in queste giornate di alta montagna, è Antonio Tiberi.
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Ormai superato il brutto episodio che lo vide coinvolto negli scorsi mesi, quando uccise un gatto sparando con un fucile ad aria compressa, Tiberi si è rimesso in gioco con la Bahrain-Victorious, con cui ha iniziato subito a far vedere cose interessanti. A giugno, tornato da pochi giorni in gruppo, fu protagonista con una bella fuga al Giro di Svizzera, nella frazione di La Punt divenuta tristemente famosa per la morte del suo compagno di squadra Gino Mader, per poi confermare le sue doti contro il tempo con la quinta piazza ai campionati italiani.
Al primo Grande Giro della sua carriera, sta compiendo un grande lavoro per il proprio capitano Mikel Landa, risultando fondamentale quest’oggi nello scremare il gruppo nel primo tratto dell’Angliru. Tre settimane di fatica, di gregariato per lui, trovandosi però di fianco uno che di questo mestiere ci ha vissuto per anni, prima di emergere in maniera fragorosa e salendo sul podio del Giro d’Italia, quel Damiano Caruso che al giorno d’oggi rappresenta uno dei pochi azzurri in grado di poter davvero fare classifica in un Grand Tour.
Per la seconda giornata consecutiva, i due azzurri sono arrivati praticamente insieme a questo arrivo, con il siciliano ad affiancarlo quasi per fare da vera e propria chioccia al suo giovane compagno. Soprattutto in una salita come l’Angliru, dove è fondamentale sapersi gestire e capire i limiti del proprio corpo. Tutti insegnamenti che possono essere utili ad un Antonio Tiberi che è riconosciuto da molti come la grande speranza azzurra per le corse di tre settimane. E avere di fianco un corridore del genere, che ha prima sperimentato la fatica e poi la gloria, può essere un grande vantaggio per il futuro.
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