A conclusione della terza tappa della Vuelta a España con arrivo ad Arinsal, stazione di Andorra, (il primo arrivo in salita di questa edizione) vinta da Remco Evenepoel, abbiamo raggiunto telefonicamente Luca Gregorio che, insieme a Riccardo Magrini, racconta in esclusiva su Eurosport la corsa spagnola: “E’ stata una bella tappa, emozionante. E’ successo quello che ci aspettavamo e quindi con i big protagonisti senza grossi distacchi. Saranno tre settimane di grande spettacolo“.
Training Camp Spagna Costa Blanca
2 date disponibili: dal 18 al 25 Gennaio e dal 15 al 22 Febbraio
Un'esperienza imperdibile per gli appassionati di ciclismo
Scopri di più
Come giudichi l’organizzazione della Vuelta finora?
“All’arrivo di ieri dopo il traguardo è stata un po’ colpa di Remco perchè bastava frenare, però a livello di sicurezza organizzazione deve sistemare alcune cose”.
Evenepoel negli ultimi mesi é migliorato tantissimo anche negli sprint ridotti, che prima erano il suo punto debole. Così nelle Classiche diventa quasi imbattibile?
“Imbattibile no, ma è stato sicuramente uno step significativo per la sua crescita. Già al Catalunya ci aveva fatto vedere qualcosa e adesso diventa un uomo pericoloso anche per gli sprint ridotti. L’unica cosa che ci resta da vedere è la sua risposta nelle tappe di montagna ravvicinate come sono in programma quest’anno alla Vuelta. E’ vero che lo scorso anno ha vinto la corsa spagnola, ma dobbiamo anche tenere in considerazione l’uscita di scena di Roglic oltre ad un percorso nettamente più blando”.
Vingegaard resta il vero favorito per la Vuelta, considerando le tante salite?
“La Vuelta è molto lunga e secondo me difficile da decifrare e quello che è successo nella terza tappa è provvisorio. Bisognerà vedere anche la tenuta di Remco sulle tre settimana su un percorso del genere. Vingegaard ha già sei secondi su Roglic, ma non voglio sbilanciarmi anche se resto convinto che la vittoria sia in casa Jumbo”.
Roglic non é parso nella sua miglior giornata: credi che salirà di condizione strada facendo?
“E’ vero ma le cose possono cambiare, con nove arrivi in salita e tre settimane di corsa c’è ancora molta strada davanti. Non tirerei subito conclusioni, ma il vero sconfitto di giornata è Geraint Thomas”.
Come gestirà la Jumbo i due capitani? Prevedi attriti?
“Attriti no, hanno dimostrato di avere quasi sempre ragione nelle loro tattiche di corsa. Con così tanti arrivi in salita la strada farà emergere il loro vero capitano”.
Credi che Evenepoel farà fatica sulle salite lunghe e con pendenze in doppia cifra?
“Sì, nel mio borsino dei favoriti metto Roglic e Vingegaard. Il percorso mi sembra un po’ troppo duro per Remco ma è un Campione del Mondo e può stupire, potrebbe però accusare gli sforzi duri e ravvicinati che restano un po’ il suo punto debole. Se non lo attaccano va a nozze ma se qualcuno dovesse attaccarlo il gioco per Remco si fa più duro”.
Pensi che sia possibile che questa Vuelta la vinca uno che non sia Vingegaard, Roglic o Evenepoel?
“Mi aspetto che Mas e Ayuso diano del filo da torcere ai tre favoriti. La UAE ha anche la squadra per farlo, ma la Jumbo è difficilmente battibile”.
La Francia ha trovato un potenziale campione in Lenny Martinez…
“Ha risposto bene nella terza tappa, Martinez è una mina vagante, potrebbe accusare qualcosa a cronometro e non dobbiamo dimenticarci che è il suo primo Grande Giro quindi bisognerà vedere come reagirà. Ha talento e sono curioso di vederlo con il passare delle tappe”.
Gli italiani sono già fuori classifica. Ti aspettavi qualcosa in più da Zana e Tiberi?
“No, da nessuno dei due. E’ tutto nella norma, anzi due giorni in Maglia Rossa con Milesi e Zana, la maglia verde di Vendrame e la fuga di Caruso stiamo facendo bene come Italia. Anzi possiamo vincere anche due o tre tappe se tutto gira bene”.
A cura della redazione di Inbici Magazine e OA Sport partner– Copyright© InBici Magazine ©Riproduzione Riservata