Per chiudere questo Tour de France non si può non parlare di lui, Wout Van Aert, capace di vincere in montagna, a cronometro e a Parigi. Soltanto i fuoriclasse sono in grado di realizzare certe imprese, ovviamente il Campione belga (la C è volutamente maiuscola) lo è e non lo scopriamo oggi, siamo infatti sicuri che a Tokyo sarà l’uomo da battere sia a cronometro che in linea.
Training Camp Spagna Costa Blanca
A Gennaio e Febbraio pedala con la tua bici
dove si allenano i campioni del Tour de France, Giro d'Italia e Vuelta Espana
Scopri di più
Malaucene, Saint-Emilion e Parigi: qui è stata scritta la storia del Tour 2021 dal corridore della Jumbo – Visma: la prima impresa arriva il 7 luglio dopo aver scalato due volte il tremendo Mont Ventoux e si è ripetuto nelle ultime due tappe, sfidando il tempo e poi i grandi sprinters sul prestigiosissimo arrivo degli Champs-Elysées, dove ha tolto a Mark Cavendish le chance di superare Eddy Merckx nella classifica delle vittorie di tappa alla Grande Boucle.
Oggi ha vinto un campionissimo realizzando qualcosa di davvero incredibile, e non poteva scegliere posto migliore per il suo più grande capolavoro. Nella Ville Lumiere ci sono alcuni tra i musei più famosi al mondo, dove al loro interno sono custodite molte tra le maggiori opere d’arte. Sarà stato un dolce destino che la corsa è transitata all’interno dei cortili del Louvre prima di cominciare gli otto giri sul celebre circuito dei Campi Elisi e con l’Arco di Trionfo sullo sfondo del rettilineo di arrivo.
Quella parigina è la ciliegina sulla torta, ventiquattro ore dopo il dominio nella crono di Saint-Emilion e poche ore prima di volare verso Tokyo. I cinque cerchi sono il più grande obiettivo per il fiammingo, ormai senza dubbio il favorito numero uno in entrambe le discipline su strada. A crono sarà una sfida con ogni probabilità contro l’iridato Filippo Ganna, in linea i suoi avversari saranno tantissimi nonostante comunque alcune defezioni illustri come quella di Alaphilippe.
I capolavori di un fenomeno non solamente sulla strada ma anche a parole, quando alla partenza di questa mattina aveva dichiarato (bluffando) di sentirsi stanco e di non pensare alla volata di Parigi, cosa smentita dallo stesso Van Aert con i fatti e con le gambe. Una condizione fisica che forse non è mai stata così importante da parte del fiammingo.
Infine, un applauso doveroso a Tadej Pogacar e alla sua UAE-Emirates: a 22 anni lo sloveno ha aperto una importante era nel mondo del grande ciclismo vincendo il suo secondo Tour de France consecutivo. Se l’anno scorso ci riuscì con un numero al penultimo giorno, il suo dominio in questa edizione non è mai stato messo in dubbio. Era il più forte e lo ha confermato. Il sogno? Vederlo presto al Giro d’Italia. Un campione come lui RCS Sport lo dovrebbe avere con se il prima possibile nella Corsa Rosa, magari sfidando sulle strade italiane sia Roglic che Bernal.
Au revoir Tour.
A cura di Andrea Giorgini Copyright© InBici Magazine ©Riproduzione Riservata